Persephone
CHI SIAMO?
L’Associazione Persephone Esplorazioni nasce nel 2018 dopo due anni di spedizioni a fini esplorativi condotte nella Repubblica di Macedonia, organizzate e coordinate da un gruppo di amici e speleologi del centro Italia.
Costituitasi inizialmente per coordinare al meglio il progetto Mavrovo e le ricerche scientifiche ad esso correlate, promuove e organizza esplorazioni geografiche e studi multidisciplinari a carattere speleologico, con l’obiettivo di tutelare, conservare e valorizzare i siti oggetto di esplorazione, divulgando e documentando quanto in essi rinvenuto.
COME E’ INIZIATO TUTTO?
Tutto ebbe inizio nel febbraio 2016, quando individuammo da immagini satellitari una vasta area carsica nella parte ovest dello Stato macedone ed un grande “buco nero” riconducibile ad un probabile pozzo. La scarsa documentazione di carattere speleologico dell’area e la grande curiosità ci spinsero a partire nell’agosto dello stesso anno. Ci imbattemmo così una cavità naturale dimenticata da tutti, ma non del tutto nuova poiché la presenza di una scarburata indicava chiaramente che qualcuno, forse decenni prima, vi fosse già entrato. La cavità era però nota ad un pastore quattordicenne che pascolava il suo gregge nelle vicinanze e se ne interessava per evitare che le pecore vi potessero cadere all’interno. Si decise quindi di chiamare la grotta come il giovane: Belul.
Nelle due settimane di ricerche ed esplorazioni nell’area, vennero rinvenuti alcuni siti di notevole rilevanza archeologica ed antropologica anch’essi incredibilmente caduti nell’oblio. Da qui l’esigenza di realizzare per il 2017 un progetto strutturato denominato “Mavrovo” ovvero la zona di nostro interesse.
Forse è vero ciò che sostiene Elias Canetti:
“Tutte le cose che abbiamo dimenticato, chiedono aiuto nei nostri sogni”.
PERCHE’ QUESTO NOME?
Il nome dell’Associazione trae ispirazione dalla mitologia greca. Persephone (Kore in greco e Proserpina per i romani), figlia di Demetra (dea della Madre Terra), intenta a raccogliere fiori in un prato insieme alle sue compagne, viene attratta da un narciso bellissimo. Protendendosi per raccoglierlo, si apre ai suoi piedi una voragine da cui emerge il re degli inferi Ade, che la rapisce per farne la sua sposa, intrappolandola così nel suo regno. Rifiutandosi di mangiare ogni altra cosa, la dea accetta di nutrirsi di soli chicchi di melograno, ignara del fatto che il cibarsi dei frutti degli inferi l’avrebbe legata indissolubilmente al quel mondo sotterraneo, rendendola prigioniera per l’eternità.
Secondo una diversa versione del mito, Persephone non avrebbe mangiato i chicchi di melograno perché ingannata, ma in maniera consapevole e consenziente, perché innamorata di Ade e del suo mondo.
Ci piace pensare che anche noi speleologi siamo “finiti” lì, sotto terra, un giorno un po’ per “caso”, magari attratti fatalmente da qualcosa di bellissimo. Ci siamo ritrovati in quel mondo così inadatto e contrario alla nostra natura, oggetto di paure recondite e spesso teatro di sfide al limite e ce ne siamo innamorati. Puntualmente torniamo ad esso nel tentativo di stabilire con quel mondo chiamato “grotta” un equilibrio che ci permetta di esplorarlo, conoscerlo e raccontarlo.
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( Walter Bonatti – In terre lontane )