Nelle due intense settimane di attività sono state infine portate avanti attività di esplorazione delle grotte sin ora trovate e battute esterne in cerca di nuove cavità.
La prima attività ci ha visti impegnati a Mavrovo nella grotta Belul, disostruendo uno stretto passaggio tra blocchi di frana, siamo riusciti a percorrere un centinaio di metri di galleria inesplorata. Purtroppo i nostri entusiasmi sono stati frenati quasi subito da una nuova imponente frana che blocca l’ evidente passaggio in uno stretto meandro in discesa.
Abbiamo rilevato e fotografato e individuato la presenza di molti pseudoscorpioni troglobi ancora in fase di studio. Ciò comunque, secondo lo zoologo Mattia Iannella, evidenzia indubbiamente che la grotta è contraddistinta da uno sviluppato ecosistema interno che ha permesso lo sviluppo e la diffusione di questi animali, e che la catena trofica in essa presente è senza dubbio molto ricca.
Questo dato rafforza le ipotesi esplorative sinora avanzate, insieme ai grandi ingressi trovati, alle risorgenze a valle individuate e alle distese di doline che caratterizzano molte parti dell’altipiano, induce a ipotizzare che sotto Mavrovo possa esserci un grande ed articolato complesso ipogeo ancora tutto da esplorare. Tuttavia gli antichi calcari triassici che costituiscono gran parte dell’altipiano di Mavrovo e le grandi frane post-glaciali che occludono i grandi ingressi raccontano dell’antico passato di queste montagne e di antichi sistemi idrogeologici sotterranei in cui non è semplice individuare una via d’ accesso.
La grande frana a Belul ci ha spinti a dirottare il poco tempo a nostra disposizione e le nostre energie per tentare di scavare un piccolo buco non molto distante, considerando sempre i circa 350 Kmq di Mavrovo, dalla grotta, nel tentativo di trovare la “porta” giusta.
Sinora il lavoro si è dimostrato abbastanza redditizio ma si prospetta lungo. Il notevole flusso d’ aria freddissima che fuoriesce dal buco pone interrogativi data la quota altimetrica cui è ubicato ma induce comunque a sognare e sperare che sia la strada giusta, e senz’altro questa attività sarà uno degli obiettivi per il progetto del 2019.
Le attività di ricerca esterna ci hanno invece permesso di trovare un nuovo pozzo sui monti di Shar, catena montuosa al confine tra Repubblica di Macedonia, Kosovo ed Albania.
I monti di Shar si estendono per circa 80 Km e ricoprono un’ area di circa 1600 Kmq. La catena presenta oltre 40 vette e picchi al di sopra dei 2000 m e proprio sulla principale, Titov Vrv (la vetta di Tito), che con i suoi 2747 mt è la seconda di Macedonia, è stata individuata la nuova grotta.
La cavità si apre con un pozzo ellittico a circa 2450 mt di quota, largo 4 mt nel punto più ampio ed è profondo circa una trentina di metri.
Il ritrovamento del pozzo ci ha molto sorpresi, nonostante avessimo già ipotizzato nel 2017 la sua esistenza visionando immagini satellitari e avessimo battuto infruttuosamente la zona.
La zona battuta è infatti caratterizzata da un grande scorrimento idrico superficiale che forma piccole cascate e forre a quote molto alte, segno evidente di rocce e sedimenti impermeabili sottostanti che non lasciavano sperare in fenomeni carsici rilevanti nell’ area.
Purtroppo un incidente, grave nella dinamica ma fortunatamente meno nelle conseguenze, accorso ad uno dei 5 esploratori impegnati ci ha impedito di scendere totalmente il nuovo pozzo e di proseguire le esplorazioni. La disavventura ha condizionato inevitabilmente anche gli ultimi giorni di spedizione e non ci ha permesso di ritornare al buco che dista ben 2 ore di fuoristrada, 3 ore di cammino e 1000 mt di dislivello dal piccolo paese di Popova Shapka, il più vicino alla grotta trovata.
Abbiamo deciso di chiamare questo pozzo “improbabile”, scenario di questa brutta avventura e che, per ben due volte in due anni di ricerche, ci è sfuggito, grotta Tyche.
Nella mitologia grecha Tyche era la personificazione della fortuna. Il termine ha la radice di accadere e ciò attribuisce ad esso una connotazione non solo di casualità, ma anche di inevitabilità. La Tyche è un forza impersonale, ritenuta in grado di travolgere completamente la vita degli uomini.
Termine più appropriato non avremmo potuto trovare per chiamare la nuova grotta che sarà senz’altro oggetto di nuove esplorazioni nel 2019.
PARTECIPANTI – Amici Cristina, Bellesi Giampaolo, Betti Michele, Berliocchi Giacomo, Bruffa Grazia, Carlocchia Cristina, Castronaro Gioia, Console Giulia, D’Eugenio Paola, Di Berardino Davide, Di Fabio Alberto, Doffo Alessandro, Emiliani Elena, Farinelli Stefano, Ferranti Daniele, Gianangeli Andrea, Gianfelice Martina, Guazzaroni Tatiana, Marini Alessandro, Marinelli Giorgio Antonio, Marinelli Luca, Pellegrini Emanuele, Tartaglini Matteo, Vaccarelli Ilaria, Volpe Stefano.